14.07.2020. È inutile che continuo a dormivegliare. Sono le 4.30 e sento continui movimenti intorno alla chiesetta. Meglio prepararmi a lasciare il posto. Quando ho delle sensazioni che non riesco a spiegare preferisco assecondarle ed ora sento che sarebbe meglio andare. Consumo tutta l’acqua di una bottiglia che ho portato proprio per lavarmi questa mattina. In tutto ho portato 3 bottiglie da 2 litri: una da bere per il primo giorno, una per oggi e una per lavarmi. Parto, quindi, con 4 chili in meno e si sentono tutti. Albeggia. Mangio del muesli. Mi manca una buona colazione e soprattutto il caffè ma oggi questo offre il convento. Cammino a 4 km/ora, non voglio forzare perché pagherò sia per lo sforzo di ieri e sia per la scarsa alimentazione di questa mattina. Lungo il percorso non troverò alcun aiuto di frutta o altro. Ho da fare una decina di km prima di attaccare “Valle dell’Inferno”. È questa una antica mulattiera che collegava San Giovanni Rotondo con Manfredonia, una lunghezza di circa 5 km con un dislivello di 400m in salita. È un percorso che ho deciso di fare per il mio viaggio a Vico perché mi evita di percorrere strade asfaltate troppo presenti sul Gargano. Lungo questo percorso si racconta la conversione di San Camillo De Lellis, patrono dell’Abruzzo, della Sanità Militare, degli infermieri e dei malati. La temperatura è piacevole, non si raggiungono i 28 gradi, la vegetazione è ancora rigogliosa e verde. Altra particolarità di questa valletta è la presenza di una ventina di grotte ubicate su tutti e due i fianchi.
L’avvicinamento alla valle è monotono e questo mi permette di continuare il mio viaggio a ritroso nella mia vita. Gli anni 80 e 90 del secolo scorso sono stati importanti nella mia vita. Perdite dolorose di familiari, fallimenti di progetti di vita, conoscenza di Paesi del Medioriente e lavoro a contatto con la guerra. Rientro forzato in Italia e monotonia di una vita non piacevole. Nascita di Antonello, scopo di vita rinnovato. Con l’arrivo di un figlio tutto cambia, soprattutto quando si resta soli con lui il cui futuro dipende da te! Responsabilità, scelte altruistiche in cui l’annientamento personale è dovuto. Ma la vita è questa, scelte che sarebbe meglio non valutare in futuro.
Intanto arrivo al monumento costruito per San Camillo. Non mi è mai piaciuto soprattutto perché una struttura di cemento del genere, in un ambiente in cui la natura esprime tutta la sua bellezza, sembra fuori luogo e non riesce a esprimere l’amore per un personaggio come San Camillo. Il posto è poco curato e avrebbe bisogno di manutenzione. Comunque mi avvio per raggiungere San Giovanni Rotondo. Pensavo che il Paese si San Pio fosse più vicino e invece c’è da camminare ancora per qualche chilometro. Entro finalmente in paese e, dopo una indispensabile fermata al bar per un piccolo gelato gigante, mi avvio per raggiungere l’Hotel Corona. Con Costanzo, il proprietario, collaboriamo per l’accoglienza dei pellegrini della Via Francigena. Gli dico che mi fermo nel suo albergo per stanotte se mi fa un prezzo pellegrino. Non c’è da discutere, sono suo ospite. Grande riposo in un letto comodissimo, lavoro al diario, cena da sballo e, dopo una lunga chiacchierata col mio ospite, conveniamo che la nostra collaborazione ha bisogno di un incremento su cui lavorare. La serata si conclude con una corsa in camera per inviare il diario, scegliere le foto, inviare il tutto e cercare di sfruttare le ore notturne per una grande dormita.















