29 giugno 2020 Faeto – Troia Appuntamento con Donata a Celle San Vito alle 7.30. Io parto da Faeto alle 6 perché non ricordo il sentiero che porta a Celle e, avviandomi così presto, posso permettermi anche qualche errore. Nessun errore, arrivo a Celle alle 6.50 e non trovo il bar Fontanelle aperto. Non ho fatto colazione. Arriva Donata accompagnata da Carmela e Lucia, breve scambio di convenevoli e via per un’altra tappa. Donata è magra, alta quanto me, occhi celesti, capelli bianchi. Io cammino sempre da solo, la compagnia non mi piace e, soprattutto, non mi piace parlare mentre sono concentrato con tutti i sensi a “sentire” il percorso; questa volta mi accorgo che è diverso, in Donata c’è qualcosa di interessante da scoprire. E ascolto quello che spontaneamente racconta della sua vita quasi che avesse bisogno di parlare, di sfogarsi. Considerando che sono stato sempre curioso di sapere quali sono le motivazioni che spingono un pellegrino ad affrontare un cammino ed ora posso ascoltare una donna pellegrina, mi predispongo a seguire quanto Donata sta dicendo. Raccontando a me la sua vita, la racconta a sè stessa quasi avesse bisogno di uno specchio dove osservarsi. È un fiume in piena. Questo percorso da Faeto a Celle a Troia io l’ho percorso molte volte quindi, se mi distraggo e metto in secondo piano lo spettacolo dei panorami, non mi perdo tanto anche se è sempre bello lasciare andare lo sguardo a panorami profondi. Passano i chilometri, passa il tempo e ci avviciniamo all’antica Aece ricca di storia e monumenti. La tappa odierna ha una doppia valenza: fa parte della Via per Mikael, l’ultimo tratto del Cammino micaelico che porta a Monte Sant’Angelo, e del Cammino traianeo lungo l’antica Via Traiana che da Benevento portava verso Brindisi lungo un percorso pianeggiante. Entriamo a Troia sotto un sole torrido che dirada l’aria. La prima fermata è al bar. Una birra ghiacciata da sorseggiare ascoltando il fremito dei muscoli che festeggiano la sosta. Seconda tappa è nel bar di fronte alla cattedrale dove viene prodotta la “passionata”, un dolce locale di eccezionale bontà. Terza tappa è la cattedrale che accoglie con la sua frescura e la sua imponente bellezza. Termina qui questo breve diario che ha visto al centro una pellegrina veneta che, come tutti gli altri che si sono avventurati nel passato recente o remoto, porta nel suo incedere briciole di cultura della sua terra e si arricchisce con la nostra. Voglio terminare qui il mio racconto, quasi non concludendolo intenzionalmente nel desiderio di continuare a seguire Donata nel suo Cammino futuro. Buon Cammino.












