18 giugno 2020. Diego arriva in anticipo alle 6,50. Caffè e mi accompagna dall’altra parte di Frosinone evitandomi di fare 3 km di marciapiedi. Ci salutiamo ai piedi di una lunga salita con cui inauguro il percorso di oggi. Le salite si alternano alle discese di continuo e il dislivello aumenta notevolmente. Molti pensano che le discese siano una benedizione per il camminatore; in effetti non è così. Non si deve perdere di vista che il pellegrino ha sulle spalle uno zaino che pesa mediamente sui 10 kg; nella discesa il peso del corpo aumentato di quello del carico sulle spalle, sono sopportati in massima parte dal ginocchio e dal menisco. Di importanza notevole intervengono i bastoncini. Questo attrezzo, se usato nel modo adeguato, diventa un supporto utilissimo per il camminante. Prima di cominciare i miei cammini ho fatto delle ricerche approfondite sui materiali utili per i cammini, dagli scarponi alle calze, dal cappellino allo zaino ed altro. Ho scritto un “vademecum del camminante-pellegrino” scaricabile gratuitamente qui. Ecco dunque che sia alla salita che alla discesa è preferibile un bel sentiero in piano possibilmente all’ombra in una pineta con una temperatura di 20 gradi. È desiderare troppo? Ma i desideri non si pagano!
Scherzi a parte, la tappa di oggi è molto impegnativa ed il sole picchia notevolmente. Ho fatto un incontro particolare durante il percorso e lo voglio raccontare: al termine di una salita di via Colle San Giovanni la stradina finisce incontrandone un’altra che si chiama, andando sia verso destra e sia verso sinistra via Colle San Giovanni. Un bel dilemma, dove si trova Pofi, il mio punto d’arrivo? Premetto che sono in tenuta da pellegrino col mio cappellino con le orecchie alla Pluto per intenderci. Cerco di fermare una macchina e poi un’altra e un’altra ancora ma, alla mia vista, accelerano al termine della salita. Sono tutte e tre guidate da uomini. Arriva una quarta auto con una donna sui sessant’anni, classica campagnola dai tratti duri e abbronzati, alla guida. Si ferma, abbassa il finestrino e mi chiede se sono in difficoltà. Le rispondo che sono in dubbio su quale direzione prendere per Pofi. A sinistra non sbaglia. La ringrazio doppiamente per il fatto che si sia fermata nonostante io sia vestito così come sono e che le tre auto precedenti, con alla guida degli uomini abbiano addirittura accelerato. Mi dice: <e che non sei un essere umano come gli altri? Un’informazione non si nega a nessuno. Io nun tengo paura e gli uomini, sò tutti pisciasotto!> Continuo a ridere anche dopo la sua partenza dopo un augurio rivoltomi di “continua buono”. Sono incontri che fanno pensare! Continuo a credere che viviamo in una società fatta di sospetto, paura dell’altro, mancanza di generosità, di misericordia come dice il nostro Francesco che ho l’impressione stia predicando in un desolato deserto in cui il cristiano è sempre più raro. Nel mio secondo libro che sto scrivendo, e che racconta del mio primo cammino, la Via dell’Angelo, da Mont Saint Michel a Monte Sant’Angelo, tratto anche di questi argomenti che mi hanno coinvolto emotivamente in modo profondo durante i quattro mesi di viaggio.
Ma torniamo al percorso di oggi: bello, panorami stupendi, gli impressionisti ottocenteschi avrebbero prodotto quadri mirabili con tutti questi soggetti che mi si aprono davanti dopo ogni curva. Vorrei fotografare continuamente per avere ricordi che, in ogni caso, conserverò nei miei ricordi in fondo all’anima. Ho camminato in questi continui saliscendi quasi senza accorgermene anche perché più passano i giorni e più la mia forma fisica si affina e mi fa ricordare tempi lontani che pensavo non ripetibili.
Ora, mentre scrivo, sono nel piacevole B&B della Ciociaria a Ceprano in attesa di amici della Francigena Ceprano con cui scambierò delle considerazioni e pensieri sulla giornata di oggi e sul loro impegno nel territorio ciociaro. Auguro a tutti voi che mi leggete una piacevole serata.





